Rivista quadrimestrale interdisciplinare
fondata nel 1989
GIANO. PACE AMBIENTE PROBLEMI GLOBALI
 
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Articolo pubblicato sul numero 32 di Giano. Pace ambiente problemi globali, maggio-agosto 1999

IL NODO SCIENZA–GUERRA

di Angelo Baracca


Nei meccanismi coercitivi della globalizzazione la scienza e la tecnica hanno un ruolo determinante e insostituibile




L’intervento della Nato nei Balcani ci induce a rivedere molti dei nostri paradigmi di fondo. La consapevolezza che qualcosa di radicalmente nuovo si è innescato nei rapporti internazionali e nell’organizzazione mondiale sembra consolidata, anche se è ancora presto per poter valutare tutte le implicazioni e prevedere gli sviluppi futuri. Non ho un tale scopo in questa sede, ma vorrei cercare di analizzare alcune delle possibili implicazioni, con particolare attenzione al ruolo che la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica potranno giocare nel futuro. Le mie sono riflessioni preliminari che non hanno grandi ambizioni di originalità, ma si pongono soprattutto lo scopo di riportare l’interesse su questi temi e di stimolare la ripresa di una riflessione collettiva, che oggi appare di importanza fondamentale.

Un nuovo ordine mondiale?

Se siamo di fronte – come io credo – ad una svolta di portata epocale, è possibile cercare di individuare alcune delle caratteristiche del nuovo "ordine mondiale" che si vuole imporre?

A mio modo di vedere, da un lato vi è il rafforzamento – imposto anche con la violenza, assunta più che mai esplicitamente a metodo legittimo – di scelte che si andavano delineando da un paio di decenni. Credo però che si delinei una vera svolta (o che emergano tendenze che non avevamo ancora visto con chiarezza), che ci impone di rivedere alcune delle categorie e delle chiavi di lettura che avevamo adottato, soprattutto in quest’ultimo decennio.

La globalizzazione, ad esempio: è vero che molte letture più prudenti e critiche sono state proposte recentemente rispetto ad un’interpretazione quasi meccanica dei meccanismi della globalizzazione che sembrava prevalere inizialmente. A me pare che gli eventi di questo scorcio di secolo (rileggendo anche il cammino con cui vi si è giunti, a partire dalla guerra del Golfo, la crisi economica messicana, e via dicendo) portino a pensare che i meccanismi economici globalizzati, il mercato mondiale non possiedano una vera forza intrinseca di imporsi, dal momento che si rendono necessari interventi violenti laddove il meccanismo non gira da solo, fino ad istituzionalizzare l’uso brutale della forza per porre sotto controllo le zone calde o i corridoi strategici, per mettere in riga alleati e nemici, per conquistare e controllare realmente le vie commerciali, in una parola per imporre il comando. Il vero "ordine mondiale" che si cerca così di imporre per il XXI secolo mi sembra semmai il neoliberismo selvaggio, imposto con la forza a livello globale. Insomma, un’economia globalizzata, certo, ma non per la forza e il carattere intrinseci dei suoi meccanismi, bensì con strumenti coercitivi (come sono quelli del Fmi e della Bm) e violenti.

I[...] continua



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