Rivista quadrimestrale interdisciplinare
fondata nel 1989
GIANO. PACE AMBIENTE PROBLEMI GLOBALI
 
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Articolo pubblicato sul numero 32 di Giano. Pace ambiente problemi globali, maggio-agosto 1999

PER UN NUOVO INIZIO ECOLOGISTA

di Dario Paccino

Occorre individuare l’essenza dello stragismo planetario, perché è nel ventre della sua politica che si è perduta ogni credibilità




Segno generalmente – l’istanza d’un nuovo inizio – di disagio, se non addirittura di serie preoccupazioni per il futuro in ragione degli insoddisfacenti risultati conseguiti. Istanza raramente generalizzata a dimensione di movimento in ragione del sempre durissimo a morire istinto di sopravvivenza. Istanza comunque ben reale, donde la decisione di un testo volto a chiarire la necessità di stimolare un dibattito su un necessario nuovo inizio ecologista.

Testo di chi nel ‘72 presentò, con un libro fortunato, l’ecologismo come un imbroglio politico, giudizio che tutta una serie di avvenimenti hanno poi avvalorato, senza che per questo si sia dimostrato superfluo il discorso in tema di problematica ecologista, cosa di cui è ben convinto lo stesso autore di quel libro.

Che s’è deciso a redigere questo corsivo stimando opportuno chiarirne preliminarmente la natura esclusivamente propositiva.

Propositiva con referente una tesi qui (esigendolo ragioni di spazio) sommariamente enunciata, ed eventualmente da sviluppare in sede più "spaziosa": la tesi che il giovane Marx connota come "umanesimo naturalistico", nella cui ottica l’uomo è visto come un animale "naturalmente sociale", che "sviluppa la sua vera natura solo nella società". Tesi da far valere, a nostro giudizio, per il necessario abbandono della tradizionale Weltanschauung ecologista astrattamente naturalistica, per far posto – nella cogenza concettuale dell’umanesimo naturalistico marxiano – all’istanza di liberazione del lavoro, in mancanza della quale non può darsi realismo ecologista.

Ciò, ripetiamo, propositivamente, ma anche in vista d’una doverosa avvertenza per il lettore, nella maggior parte dei casi – pensiamo – stupito che si parta, in questo corsivo, da Marx, dato da gran tempo dal pensiero dominante come morto e sepolto. Sta di fatto però, che, scomparso Marx, non c’è rischio di trovare, fra i suoi becchini, chi sia in grado di chiarire le ragioni (che ci sono, e come) per cui i lavoratori delle cosiddette fabbriche della morte (che comprendono, a ben vedere, la totalità dei luoghi di lavoro) si schierino regolarmente, anziché con i "liberatori" dell’ecologismo, con i padroni. E più che probabile che il solo che ci aiuti a capire sia proprio il morto e sepolto Karl Marx.



1) L’ecologia, sappiamo, è una scienza, in quanto tale astratta, e, volendo, neutrale: tutto il contrario dell’ecologismo, che, col proprio operare nel sociale, non può – contingentemente – non giovare agli uni e nuocere ad altri.


[...] continua



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