Rivista quadrimestrale interdisciplinare
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GIANO. PACE AMBIENTE PROBLEMI GLOBALI
 
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Articolo pubblicato sul numero 34 di Giano. Pace ambiente problemi globali, gennaio-aprile 2000

LA SCIENZA NELLA LOGICA DELLA MERCIFICAZIONE

di Angelo Baracca


Dubbi e cautele non derivano da diffidenza ideologica, ma dal postulato della responsabilità e dal ripensamento della linearità dei sistemi naturali



Credo che ci stiamo veramente avviando, con profonda (o calcolata) incoscienza, a superare il limite. Quel limite dopo il quale i cambiamenti diventano irreversibili, la Natura non sarà più in grado di riparare, di recuperare. Non sono mai stato un "catastrofista", ho polemizzato contro coloro che da vari decenni prevedono da lì a poco il collasso ambientale (Quale? Come? Un cataclisma come immaginava Buffon?): da un lato, perchè gli allarmismi, le minacce terrificanti ottenebrano la volontà, chiamano l’impotenza, rischiano di distogliere anzichè mobilitare la gente; dall’altro perchè ho sempre pensato (e continuo a pensare) che il problema vero sia individuare le cause dei processi, renderle comprensibili, affrontabili.

Mi sembra che la logica sfrenata del profitto, nel quadro di questo neoliberismo selvaggio, stia abbattendo alcune barriere inimmaginabili solo una decina di anni fa: e il processo ha assunto ritmi talmente incalzanti da spiazzare completamente qualsiasi nostro metro di valutazione e spostare continuamante i confini del possibile e i nostri criteri. Recentemente Marcello Cini ha analizzato in modo molto convincente il nuovo salto del dominio dell’uomo: "Nel secolo appena finito l’uomo ha instaurato il suo pieno dominio sulla materia inerte […] in modo da riuscire a progettare e costruire un mondo artificiale fatto di sostanze, macchine, apparati, destinati a soddisfare i suoi crescenti bisogni di beni e di strumenti materiali. […] Il nuovo secolo sarà il secolo del dominio dell’uomo sulla materia vivente e del controllo sui fenomeni mentali e sulla coscienza. […] gli uomini si apprestano dunque a progettare un biosfera artificiale fatta di organismi trnsgenici, chimere, cloni, […] regolata da una rete di menti artificiali di complessità crescente, [spinti] dalla tentazione faustiana ad estendere incessantemente i confini di ciò che è possibile fare.".

Il ragionamento di Cini si sviluppa poi in direzione di una valutazione critica del pensiero di Marx, che gli pare inevitabilmente datato dall’ideologia dell’oggettività scientifica dominante alla fine del secolo XIX. Ma il ragionamento sull’influenza dell’ideologia (ed ovviamente anche della pratica) scientista può essere attualizzato e guidarci ad individuare i veri limiti della scienza moderna che sono alla radice dell’impatto drammatico di questo progresso umano. Premessa, a mio parere, per un’analisi di questi processi che possa essere all’altezza della sfida che essi pongono.

Troppo spesso si dice che la Scienza come tale (magari, appunto, con la "S" maiuscola) non porta la responsabilità dei guai dell’umanità, poichè essa è pura ricerca della verità, studio disinteressato delle leggi della natura, che poi altri (chi?) possono usare bene o male. Un bel modo per tranqullizzarsi la coscienza, continuare indisturbati il proprio lavoro e, soprattutto, mantenere l’autorità e il potere della corporazione scientifica! Non sembra che i giornali siano pieni di notizie di scienziati che hanno rifiutato ricerche con fini militari, o che hanno denunciato le conseguenze, o gli usi distorti delle loro ricerche e dei loro risultati, o l’uso di un farmaco non sufficientemente testato! O, nel caso che qui ci interessa, che si siano fatti eccessivi scrupoli per la manipolazione del codice genetico, fornendo anzi alle multinazionali le terrificanti possibilità di brevettare tutti i nostri geni.

[...] continua



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