Rivista quadrimestrale interdisciplinare
fondata nel 1989
GIANO. PACE AMBIENTE PROBLEMI GLOBALI
 
archivio indici (1989-1998) abbonamenti informazioni altre pubblicazioni english links
Articolo pubblicato sul numero 34 di Giano. Pace ambiente problemi globali, gennaio-aprile 2000

DOPO LA "GUERRA FREDDA". GEOPOLITICA E STRATEGIA DELLA NATO

di Salvatore Minolfi


Scomparso il nemico originario l’Alleanza atlantica perdura, muove guerra e si espande, realizzando la propria intima vocazione alla "diffusione di potenza"



Tra guerra e pace: l’"ordine internazionale" e i suoi paradossi

Benché sia ormai trascorso un decennio dall’inizio dei vasti sconvolgimenti che hanno investito lo scenario europeo e mondiale – riunificazione tedesca, dissoluzione dell’URSS, smembramento della Jugoslavia e conflitto internazionale nel Kosovo – non è ancora possibile tracciare, se non in maniera del tutto provvisoria, il bilancio di un periodo delle vicende internazionali segnato dalle incertezze e dal disordine tipici di una fase di profondo mutamento, le cui linee di sviluppo, però, non sembrano ancora emergere compiutamente. Si tratta, peraltro, di una difficoltà che l’analisi politica condivide con il lavoro dello storico, alle prese con l’urgenza di una valutazione, ben altrimenti impegnativa, del secolo che si chiude.

Certo, l’immagine di un Novecento segnato da tre conflitti mondiali generali – due guerre "calde" ed il quarantennale confronto bipolare tra Stati Uniti ed Unione Sovietica – ha una sua indiscutibile carica suggestiva, ma lascia senza soluzione alcuni importanti problemi relativi al giudizio storico sulla natura della guerra fredda (e del secolo nel suo insieme). Era una forma inedita di ordine internazionale, come sembravano supporre le più diffuse concettualizzazioni politologiche e storiografiche (il "sistema bipolare", l’"ordine di Yalta", ecc.)? O si trattava, piuttosto, di una vera e propria guerra, cui l’alba dell’era atomica impedì di tracimare oltre il livello della pace armata, del confronto onnipervasivo ma pur sempre freddo?

Si è sostenuto – il dibattito è ben noto – che non tutte le guerre sono uguali. Ve ne sono alcune che per ampiezza e portata hanno capacità "costituenti", sono cioè in grado di creare le fondamenta di un nuovo ordine internazionale. La "guerra dei trent’anni" del nostro secolo (1914–1945) avrebbe prodotto il sistema bipolare – il cui effettivo contenuto di "ordine" era in realtà limitato al Vecchio Continente. Il paradosso di tale sistema, tuttavia, consisteva nel fatto che esso non nasceva da un tacito ma sostanziale accordo tra i nuovi Stati leaders e dal loro reciproco riconoscimento. Al contrario, la sua fisionomia e le sue concrete modalità di funzionamento si affermarono nel vivo di una competizione che nel volgere di qualche decennio dilagò dal teatro europeo a quello mondiale. Quello bipolare aveva per certi aspetti le sembianze di un "sistema di guerra", di quei sistemi cioè che vivono in funzione della propria dissoluzione.

Ora questa "provvisorietà", malgrado le illusorie stagioni della distensione (allorchè, per almeno due volte, gli elementi "cooperativi" del sistema sembrarono bilanciare quelli "competitivi"), sembra essere effettivamente appartenuta al sistema internazionale nato dalla seconda guerra mondiale. Una "provvisorietà", vale sottolinearlo, che finora gli studiosi del Secolo avevano unanimemente riconosciuto solo nel lungo e tormentato "entre deux guerres", tra Versailles e Yalta.

[...] continua



ABBONATI

archivio / indici (1989-1998) / abbonamenti / altre pubblicazioni / informazioni / english / links


top_of_page
back home forward