Rivista quadrimestrale interdisciplinare
fondata nel 1989
GIANO. PACE AMBIENTE PROBLEMI GLOBALI
 
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Articolo pubblicato sul numero 39 di Giano. Pace ambiente problemi globali, settembre-dicembre 2001

GUERRA, WTO, CLIMA

di Vittorio Sartogo

 

L’11 settembre ha portato alla cancellazione dei meetings internazionali, tra i quali l’Assemblea della Fao a Roma e l’incontro annuale del Fmi. Con due significative esclusioni: la IV Conferenza ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e la VII Conferenza delle parti per l’applicazione della Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici (Unfcc)


1. La Wto a Doha
Dal 3 al 13 novembre 2001 a Doha, capitale dello stato monarchico del Quatar a schiacciante maggioranza mussulmana, si sono riuniti i rappresentanti dei 142 Stati attualmente membri del Wto, con la partecipazione degli Stati che hanno la qualifica di osservatori o che stanno chiedendo di farne parte. Com’è noto Russia e Cina non ne fanno ancora parte, ma la Cina, a seguito degli accordi bilaterali conclusi con gli Usa nel novembre 1999 e con la Ue nel maggio 2000, diventerà socio del Wto nei prossimi mesi, dopo la ratifica intervenuta appunto a Doha. Con importanti conseguenze, come accenneremo più avanti.

I motivi di fondo che hanno giocato a favore del mantenimento di questa Conferenza sono sintetizzati dalle parole del generale Colin Powell, segretario di Stato Usa: "la politica commerciale americana è parte integrante della politica estera". Nè avrebbe avuto molto senso costruire, come è stato fatto, l’importante e articolata alleanza antiterrorismo a dominanza Usa, evitando di affrontare il nodo degli interessi materiali, differenziati e potenzialmente antitetici. L’alleanza militare doveva assolutamente cercare di diventare più solida misurandosi con i temi che sono alla base dei malesseri, delle tensioni e dei conflitti. Per ribadire, con l’avvio di un nuovo ciclo di negoziati sulle politiche economiche, la primazia dei mercati aperti, delle strategie liberiste, dell’economia politica del capitalismo. Per sottolineare i benefici per l’umanità del commercio internazionale così come regolato dal Wto. C’era, insomma, più che mai bisogno di un segnale forte di sicurezza e di fiducia onde garantire il mondo di poter dominare gli eventi; una sorta di enduring freedom nell’economia, anche per sostenere la guerra. E come era ed è obbligatorio vincere la guerra, così era ed è stato obbligatorio svolgere, e concludere positivamente, la Conferenza di Doha.

Occorreva poi, ed è il secondo forte motivo, cancellare assolutamente lo smacco subito a Seattle, quando la III Conferenza si era dovuta interrompere prima di giungere a una qualsiasi conclusione, dando anzi l’impressione di aver subito la contestazione ostile dei sindacati statunitensi e dei movimenti no global. L’analisi di parte corrente tende ad attribuire la maggior responsabilità di quel fallimento alla circostanza che le differenti posizioni degli Stati membri non fossero state adeguatamente negoziate negli incontri preparatori. Pone cioè la questione, nient’affatto marginale, di come si raggiunge il consenso all’interno del Wto, e della esclusione di fatto dal processo decisionale degli Stati che non sono in grado di partecipare o non vengono invitati nelle sedi informali preparatorie (green rooms).

[...] continua



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