Rivista quadrimestrale interdisciplinare
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GIANO. PACE AMBIENTE PROBLEMI GLOBALI
 
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Articolo pubblicato sul numero 38 di Giano. Pace ambiente problemi globali, maggio-agosto 2001

BERLUSCONI, IL DIRITTO, LA GUERRA



Un uomo gira tra Europa occidentale e Stati Uniti d’America, generalmente autoinvitandosi nelle varie cancellerie, non senza imbarazzo dei suoi ospiti. E’ un piccolo uomo che s’è installato con molte promesse e molti miliardi a Palazzo Chigi come “Presidente operaio”, oltre che “imprenditore”, come bravo figlio, bravo marito, bravo papà, bravo cattolico. Noi sappiamo invece per certo che è un pluriimputato, un pregiudicato, perseguito o perseguibile per reati di vario genere che i suoi fidi stanno depenalizzando o alleviando sia in Italia sia, con i limiti posti alle rogatorie, in altri paesi, in relazione alle conseguenze delle sue varie attività. Di “interessi di bottega” parla “La Stampa”; di favori fatti a “imprenditori disonesti” il “Corriere della sera”; di “catastrofe giuridica” e di aiuto a “criminali coinvolti con la mafia” o imprenditori in proprio la stampa internazionale – dall’“Economist alla “Neue Zürcher Zeitung” e ad altri (in pratica tutti) organi di stampa. Viene generalmente rilevata la perdita di prestigio internazionale dell’Italia in un periodo drammatico della storia mondiale. La figura di Berlusconi è, in modo diretto, al centro di una distorsione disonorevole della civiltà giuridica e politica dello stesso Occidente.
Ebbene, quest’uomo si è dapprima schierato col neo–presidente degli Usa sulle posizioni più retrive e pericolose (diniego degli accordi di Kyoto, sostegno allo “scudo spaziale”), ed ora va assicurando gli alleati della disponibilità dei soldati italiani alla “guerra infinita” dell’Occidente contro una civiltà inferiore. E’ umiliante per l’Italia che una persona del genere creda di poter disporre di questi poteri, e voglia profittare della crisi politica mondiale per rifarsi una verginità morale e un credito che, peraltro, ben pochi sono disposti a concedergli.
Questa situazione danneggia enormemente l’Italia. Siano costretti a vivere una delle pagine più oscure e vergognose della nostra storia, e ci riteniamo ancora sufficientemente liberi per farlo notare; di essere anzi tenuti come cittadini, come democratici, come pacifisti, a elevare da queste pagine la più risoluta obiezione di coscienza.



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