Rivista quadrimestrale interdisciplinare
fondata nel 1989
GIANO. PACE AMBIENTE PROBLEMI GLOBALI
 
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Articolo pubblicato sul numero 40 di "Giano. Pace ambiente problemi globali", gennaio-aprile 2002

LA SCIENZA DELLO STERMINIO NAZISTA.
ANTROPOLOGIA, IGIENE DELLA RAZZA E PSICHIATRIA


Negli olocausti dei "diversi" e nell’ecatombe complessiva gli scienziati svolsero un ruolo centrale. Politica razziale e teorie eugenetiche costituirono un micidiale connubio nell’eliminazione dei "degenerati" nemici del Reich



Mentre mi accingo a scrivere queste note, apprendo della imminente pubblicazione in italiano, per i tipi della Einaudi, del volume di Guenter Lewy The Nazi Persecution of Gypsies (Lewy G. 2000). Un volume che io conosco bene e nei confronti del quale il mio giudizio é contrastato. Da un lato sono rimasto positivamente impressionato dalla rigorosa documentazione presentata dal politologo statunitense, frutto di rigorose ricerche di prima mano presso archivi austriaci e tedeschi. Il libro, oltre a costituire uno strumento indispensabile per ricostruire lo sterminio degli zingari perpetrato dai nazisti, fa, credo volutamente, giustizia dell’ignobile e generalizzato silenzio attorno alla più drammatica pagina della storia di questo popolo. D’altro lato, confesso di essere rimasto infastidito dalla solerzia con cui l’autore, in sede di conclusioni, tiene a precisare che le uccisioni di massa subite dagli zingari da parte dei nazisti non furono vero genocidio ai sensi della Convenzione del 1948, dal momento che – egli argomenta – "non costituivano parte di un piano di distruzione del popolo zingaro in quanto tale" (ivi, p. 223). E’ superfluo aggiungere che per Lewy, visto che di genocidio degli zingari non é corretto parlare, tranne forse in quei casi – ammette l’autore – in cui essi furono sottoposti a sterilizzazione forzata, é inammissibile l’uso del termine "olocausto degli zingari". Ciò implicherebbe un parallelismo con l’olocausto degli ebrei che, secondo il Nostro, é decisamente da rifiutare (ivi, p. 225).

Le parole di Lewy sembrano suonare come monito per i curatori del numero di "Giano" che qui presentiamo, che hanno creduto nella legittimità dell’uso del termine "olocausto" a proposito dello sterminio non solo degli zingari ma anche di omosessuali, Testimoni di Geova, minorati psichici, prigionieri sovietici; insomma di tutti gli "altri olocausti", oltre a quello degli ebrei, di cui i nazisti si resero colpevoli.

Per quello che mi riguarda, per nulla turbato da questo monito, mi accingo a proporre ai lettori qualche riflessione sul ruolo fondamentale svolto dagli scienziati (antropologi, biologi della razza, psichiatri) nell’annientamento di tutti quei "diversi" che erano considerati nemici del Terzo Reich. Proprio questo elemento, che conferisce un carattere di unicità al genocidio nazista nel suo complesso, avvalora, credo, la scelta di "Giano".

Un approccio condivisibile allo studio del genocidio nazista é quello scelto dallo storico Henry Friedlander, [...] continua



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