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IL "VAE VICTIS" ALLA RUSSIA E LE SCELTE DELLEUROPA
di Giulietto Chiesa
Lallargamento della NATO a Est e il progetto di "scudo stellare" sono il frutto di una strategia di dominio che contrasta con gli interessi politici dellUE
A un anno di distanza dalla guerra jugoslava due questioni cruciali giacciono sui tavoli delle cancellerie europee. Entrambe hanno direttamente a che fare con la Russia. Entrambe sono potenzialmente tali da peggiorare i rapporti tra Russia ed Europa. Entrambe sono fortemente volute, propagandate e promosse dagli Stati Uniti dAmerica. Entrambe potrebbero dunque peggiorare anche i rapporti tra America ed Europa.
Si tratta dellulteriore allargamento a est della NATO e del sistema "nazionale" di difesa antimissilebalistico che luscente amministrazione di Bill Clinton intende varare prima di cessare le proprie funzioni. Sono due faccende distinte, ciascuna con una propria autonomia, ma che influiscono potentemente sul clima politico del vecchio continente e il cui esito è destinato a influenzare lintero panorama della sicureazza mondiale nei decenni a venire.
La NATO alla conquista dellEst. A maggio di questanno, in un meeting a Vilnius, i ministri degli Esteri di nove paesi europei del centro, sud e nord Europa hanno chiesto di essere ammessi tutti, simultaneamente, nella NATO. Una specie di big bang destinato a chiudere il problema, a tagliare il nodo una volta per tutte, e per tutti. Lituania, Estonia, Lettonia, Bulgaria, Romania, Slovenia, Slovacchia, Albania e Macedonia hanno avanzato le loro candidature congiunte con lobiettivo di una risposta ravvicinata dellAlleanza atlantica nel prossimo meeting plenario del 2002.
La mossa,in apparenza, è stata costruita come una pressione congiunta dei finora esclusi nei confronti della NATO nel suo insieme. In realtà è del tutto evidente che un tale incontro e un tale documento non sarebbero neppure stati concepiti tanto meno realizzati senza lincoraggiamento diretto ed esplicito di Washington. Lo dimostra la reazione come minimo guardinga dei governi europei occidentali da un lato e limmediata, calorosa risposta positiva giunta da entrambi i candidati presidenziali americani, Al Gore e George W. Bush, dallaltro. Dunque è corretto interpretare la mossa come unabile pressione degli Stati Uniti, attraverso quelle nove nuove democrazie europee, verso gli europei occidentali, alleati tradizionali nella NATO. Ciò dimostra che gli Usa considerano questa una direzione essenziale per lattuazione di quelli che Zbigniew Brzezinski ha definito come gli "imperativi geostrategici della primazia americana" nel XXI secolo.
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