Rivista quadrimestrale interdisciplinare
fondata nel 1989
GIANO. PACE AMBIENTE PROBLEMI GLOBALI
 
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Articolo pubblicato sul numero 40 di "Giano. Pace ambiente problemi globali", gennaio-aprile 2002

IL MODELLO MILITARE USA E IL RISCHIO NUCLEARE

di Angelo Baracca


L’ultimo decennio del secolo che si è da poco chiuso ha frustrato le speranze (in verità assai poco avvedute) che, con il crollo del blocco dell’Est e la fine della "guerra fredda", si fosse aperto un processo irreversibile di disarmo. Il primo decennio del secolo che si è da poco aperto sembra destinato a frustrare le speranze di una progressiva eliminazione degli armamenti nucleari, ed a riproporre anzi lo spettro del ricorso effettivo alla loro potenza distruttrice. L’inganno utilizzato dagli Stati nucleari nel 1999 per indurre i paesi non nucleari a sottoscrivere il rinnovo del Trattato di Non–Proliferazione (Npt), accompagnandolo con l’impegno alla progressiva eliminazione delle armi nucleari, ora si rivela apertamente tale, senza che questo dia luogo a una levata di scudi.
Sono almeno tre anni che sulle pagine di questa rivista denunciamo non solo la ripresa di una corsa al riarmo senza precedenti nella storia – trainata naturalmente dalla Potenza imperiale, sotto la spinta incontenibile delle proprie smanie di dominio e delle proprie paranoie (le une funzionali alle altre), della lotta ormai senza quartiere per il controllo diretto delle risorse e delle aree strategiche, nonché – last but not least – dei potenti interessi del complesso militare–industriale – ma anche l’impulso senza precedenti al perfezionamento delle testate nucleari, per farne un’arma "utilizzabile" sugli scenari di guerra del XXI secolo (mentre il non meno parossistico perfezionamento degli armamenti considerati, nonostante tutto, "convenzionali" tende a sfumare sempre più la demarcazione tra i due settori: e, anche qui, una cosa è non solo complementare, ma funzionale all’altra).
In fondo Bush non ha fatto altro, con la grossolana franchezza che contraddistingue il suo stile, che portare alla luce del sole, dichiarare apertamente, rendere ufficiali queste allarmanti tendenze – latenti unicamente per le reticenze, le solo parziali informazioni, o il colpevole ed asservito silenzio dei penosi mass media nostrani.
l budget statunitense per la difesa sembra destinato a raggiungere nell’anno in corso la cifra da capogiro di 379 miliardi di dollari (il 40 % della spesa militare di tutto il pianeta, più della spesa combinata delle 14 successive potenze miltari1; poco meno del Pil dell’India, quasi metà del Pil del Brasile, quasi un terzo del Pil dell’Italia!). Ma non ci si faccia abbagliare solo dall’iperbolicità della cifra: ancor più significativa ed allarmante è forse la progressione, [...] continua



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