Rivista quadrimestrale interdisciplinare fondata nel 1989 |
PLURALITA' E UNITA' DEGLI OLOCAUSTI:
GLI EBREI, E LE ALTRE VITTIMEdi Francesco Soverina
La vastità dello sterminio e le sue radici nel razzismo biologico segnalano la necessità di una considerazione complessiva dell universi dei sommersi", che superi ogni possibile uso parziale delle tragedie
Il sentiero in discesa, che comincia dalla negazione delluguaglianza tra gli uomini,
finisce nella perdita della libertà e nel Lager"
(Primo Levi)
Tra le tante finora proposte, la definizione del 900 come secolo dei genocidi1 pone laccento sui crimini di massa e sulla lunga scia di sangue che ha segnato profondamente la storia degli ultimi cento anni: dal milione di armeni uccisi durante la prima guerra mondiale per volontà del governo turco allo sterminio attuato dal nazismo, dalle vittime dello stalinismo a quelle dei Khmer rossi nella Cambogia di Pol Pot, dal massacro di oltre 500.000 militanti comunisti in Indonesia tra il 1965 e il 1966 alle "pulizie etniche" nellex Jugoslavia, alla feroce caccia alluomo in Ruanda2. È questa la terribile sequenza, che mostra il volto ferino del secolo XX, etichettato da una recente produzione saggistica come "secolo dellodio", "secolo delle tenebre", "secolo dei campi"3. Si tratta di un filone interpretativo che coglie nel totalitarismo e nei suoi orrori al tempo stesso la tara e il carattere distintivo del 900. Tale chiave di lettura viene accentuata da quanti tentano di ridurre, in modo del tutto strumentale, la contrastata vicenda del comunismo a male storico, non limitandosi ad equipararlo al nazismo, ma vedendo in esso il "totalitarismo primario", più duraturo e compiuto4, il portatore del germe più devastante del "totalitarismo criminale". E lapprodo della riscrittura mistificatrice della storia novecentesca, che ha nel Nolte revisionista il suo più autorevole ispiratore. Comé noto, a metà anni 80 lintellettuale tedesco dà il via allo Historikerstreit,indicando nel nazismo la "risposta obbligata" al bolscevismo, nel Gulag "il prius logico e cronologico di Auschwitz"5. Enfatizzando la categoria di "guerra civile europea", egli finisce per ridimensionare la complessità del 900: a suo avviso la dialettica annientamento controannientamento é il nucleo di un conflitto pluridecennale, il cui inizio é la rivoluzione dottobre del 1917, scaturigine della catastrofe in cui lintera Europa é trascinata dalla vittoria di un fenomeno essenzialmente "asiatico"6.
Eppure, fra gli stessi studiosi che sottolineano con forza le affinità fra i sistemi totalitari e luniverso concentrazionario cui essi hanno dato vita, [...] continua
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